STANLEY KUBRICK - VISIONI E FINZIONI 1945-1950 - CINQUE ANNI DA GRANDE FOTOGRAFO
corso Garibaldi, 29 - Palazzo Magnani
Reggio Emilia
Periodo di svolgimento
Dal 07/05/2011 al 24/07/2011
Orario
dal 17 maggio al 3 luglio: 10-13 e 15.30-19
dal 5 al 24 luglio: 16-23.
chiuso lunedì.
La mostra documenta, attraverso 130 fotografie provenienti dalla Library of Congress di Washington e e dal Museum of the City of New York, un aspetto poco conosciuto nella carriera del grande regista statunitense Stanley Kubrick (New York, 26 luglio 1928 - Harpenden, 7 marzo 1999), rivelando il suo modo di fare fotografia, una delle passioni che Kubrick sviluppò nell'arco di 5 anni dal 1945 al 1950 collaborando in veste di reporter con la famosissima rivista americana "Look". Per la prima volta, verranno presentate le serie complete dedicate a Rocky Graziano e a Montgomery Clift.
Tariffe Ridotte:
Euro 5,00; Euro 4,00 (studenti). |
Come arrivare:
Dalla Stazione Ferroviaria Autobus 4.
Uscita A1 Reggio Emilia: direzione Centro Parcheggio Caserma Zucchi. |
Per informazioni:
0522/454437-444446 - Fondazione Palazzo Magnani |
Stanley Kubrick (New York, 26 luglio 1928 - Harpenden, 7 marzo 1999) è stato un regista, fotografo, sceneggiatore, produttore cinematografico e montatore statunitense naturalizzato britannico, considerato tra i maggiori cineasti del XX secolo. Kubrick è conosciuto soprattutto per aver affrontato con bravura quasi tutti i generi cinematografici: il genere storico in Spartacus, il dramma psicologico in Eyes Wide Shut, la fantascienza in 2001: Odissea nello spazio, il genere guerra con Full Metal Jacket e Orizzonti di gloria, l'horror con Shining, il thriller con Rapina a mano armata, la satira fantascientifica in Arancia Meccanica e la satira politica con Il dottor Stranamore.
"Nascono così le prime fotografie di Stanley Kubrick, realizzate nell'America dell'immediato dopoguerra, che sorprendono poiché non si limitano alla rappresentazione di un'epoca, come ci si potrebbe aspettare da un fotoreporter. Le sue istantanee infatti - sottolinea il curatore della mostra -, che stupiscono per la loro sorprendente maturità, non possono essere considerate come archivi visivi della gioia di vivere, catturata dallo spirito attento e pieno di humor di un giovane uomo, ma costituiscono un consapevole invito a confrontarsi con le risorse del mezzo fotografico, con le sue possibilità di rappresentazione e con la propria percezione della realtà: una costante dell'opera artistica di Kubrick che comincia con le fotografie e continua nei film".